Coriolano Bruffa

Il Dott. Coriolano Bruffa  ideò e realizzò il Consorzio Grotte di Frasassi che si costituì nel 1973 fra il Comune di Genga e la Provincia di Ancona. Il Consorzio, del quale divenne primo Presidente, ha lo scopo di valorizzare e gestire le stesse Grotte delle quali, per primo, intuì le grandi potenzialità per lo sviluppo turistico di Genga e delle Marche.

21 Gennaio 1974. Un foto storica. Inizio lavori della galleria che rese possibile l’apertura turistica della Grotta Grande del Vento di Frasassi; un giovanissimo, coraggioso e lungimirante CORIOLANO BRUFFA, primo Presidente del Consorzio Frasassi mentre schiaccia il pulsante che diede inizio ad una grande avventura umana, sociale ed economica. Ph. Sandro D’Ascanio.

 

21 Gennaio 1974. Inizio lavori della galleria che rese possibile l’apertura turistica della Grotta Grande del Vento. Progetto dell’Ing. Aldo Mercati Neroni. Ditta appaltatrice, Ing. Ubaldo Tacconi. Ph. Sandro D’Ascanio.

 

1974. All’interno della costruenda galleria di ingresso alle Grotte di Frasassi, si riconoscono, da dx: Gregorio Castellucci, Sante Romanini Sindaco di Genga, Luigi Rinaldi, Padre Stefano Troiani.

 

Dott.Coriolano Bruffa (+1996)

 

 

A sinistra Erino Romanini.

 

 

“Stralcio dal libro del Geologo Giuseppe Gambelli del Gruppo Speleologico Marchigiano C.A.I di Ancona.”©

Coriolano Bruffa,

(Primo Presidente del Consorzio Grotte di Frasassi).

Oggigiorno, in uno scenario mozzafiato che si apre sull’Abisso Ancona, c’è una scritta sulla parete della galleria artificiale che ricorda Coriolano Bruffa, la sua audacia e l’amore per la sua terra. L’incontrai per la prima volta nel Febbraio del 1972 quando dovevamo, come gruppi speleologici, accompagnare l’Assessore al Turismo del Comune di Genga a vedere la Grotta Grande del Vento.

Io onestamente mi aspettavo di dover accompagnare il solito politico degli anni 70, avanti con gli anni e un po’ appesantito, che avremmo dovuto tirare con corde sino all’ingresso della Grotta dove appena entrato nella prima strettoia per la polvere sollevata dal forte vento avrebbe rinunciato all’ardua esplorazione, soddisfatto comunque di aver fatto il sentiero d’accesso al famoso sistema ipogeo e di aver visto da lassù un panorama meraviglioso.

Mentre facevo queste misere supposizioni si avvicinarono con passo spedito un paio di individui al nostro gruppo, in particolare un giovane sembrava quasi mio coetaneo si presentò come Coriolano Bruffa. Era un personaggio dinamico, fisicamente agile con aspetto sportivo, una folta capigliatura ribelle nero corvino ed aveva occhi irrequieti e sguardo intenso, mi raccontò che aveva fatto in zona alcune discese su roccia con gruppi locali e prima di iniziare la salita per la nuova grotta ascoltò con grande attenzione le nostre raccomandazioni comunque nascondeva impazienza e forse grandi aspettative. Il gruppo degli ospiti gengarini percorse velocemente senza problemi il ripido sentiero per raggiungere il nuovo sistema ipogeo, mi accorsi che più ci si avvicinava all’entrata della grotta e più i movimenti e le prese sulla roccia erano sicuri , forse speravano di trovare nella nuova cavità quello che avevano letto e visto nelle foto dei quotidiani locali. Nella risalita progressivamente si formò un unico gruppo e dal “Lei Assessore“ passai presto al ”Tu Coriolano”.

www.comunedigenga.it

Arrivati nel piccolo piazzale antistante l’entrata della Grotta, aperti gli zaini preparammo le attrezzature per l’attraversata Grotta Grande del Vento – Grotta del Fiume e caricammo le scorte di carburo per le acetilene. Entrammo in grotta in silenzio, le fiammelle delle acetilene cariche di nuovo carburo aumentarono progressivamente l’intensità della luce con un sibilo rassicurante ed ecco che l’atrio della cavità si illuminò a giorno lasciando intravedere il nostro scavo nella parete più interna che aveva permesso la grande scoperta. Coriolano superò agevolmente i primi ostacoli e strisciando nello scavo di accesso alla nuova grotta, con il vento in faccia e la polvere negli occhi, ci raggiunse nella tranquillità dell’adiacente ampia condotta che scendeva verso l’interno della montagna. Nella breve sosta per ricompattare il gruppo si vedeva sul viso dell’assessore un’espressione di soddisfazione per tutto quel vento ricevuto in faccia, perché quello che era stato raccontato corrispondeva fino ad ora alla verità, era entrato nella Grotta del Vento ed ora si aspettava la “grotta grande”. Sempre in silenzio con gesti ripetuti tante volte si arrivò alla sommità della prima grande cavità denominata “Sala del Trono”, attrezzammo subito con la corda la sottostante parete dell’altezza di 10 metri ed iniziarono qui per Coriolano le prime spiegazioni sull’uso del discensore, non ricordo se l’imbragatura per la discesa sia stato un semplice cordino opportunamente adattato a seggiolino o qualcosa di più evoluto. L’illustre ospite fu legato alla vita con la corda di sicurezza ed invitato a scendere, i primi 10 metri, con frasi rassicuranti e scherzose (vedrai cosa c’è dopo !! ). Ai primi tentennamenti seguì l’utilizzo del discensore sempre più corretto e spedito comunque nelle poche titubanze la corda di sicura era salvaguardia e sostegno. Ormai giunti tutti sul pavimento della Sala del Trono a Coriolano fu indicato il buio della parete che immetteva nell’Abisso Ancona e il profondo silenzio si trasformò in un intenso chiacchiericcio. Noi ormai, dopo tante discese c’eravamo abituati a quella vista , ma la prima volta incute a tutti vero smarrimento. Ora i nostri ospiti gengarini dovevano decidere o il ritorno all’aperto o la discesa nell’Abisso Ancona e l’attraversata fino alla Grotta del Fiume. Coriolano Bruffa disse subito che voleva scendere, riponeva grande fiducia nella nostra esperienza , fu legato in una idonea imbragatura, fu accompagnato nel balconcino calcareo sotto la Sala del Trono affinché la sua discesa avvenisse solo ne vuoto e fu calato nell’Abisso Ancona.

Ora , il giovane Assessore al Turismo del Comune di Genga, doveva semplicemente regolare la velocità di discesa nel vuoto agendo sul discensore e noi da sopra avremmo controllato il tutto con la corda di sicurezza. Comunque eravamo in numero tale nella Sala del Trono da poterlo recuperare agevolmente in qualsiasi momento. Nel frattempo uno del gruppo era sceso per primo alla base dell’Abisso Ancona per controllare costantemente la posizione delle corde ed illuminare il tutto.

La discesa iniziò regolarmente, il silenzio fu d’obbligo, su tutto dominavano le indicazioni a voce per la calata della corda di sicurezza opportunamente tesa e per avere indicazioni della velocità di discesa del neo speleologo sulla corda fissa. Vista dell’Abisso dalla Sala del Trono, i primi venti metri di discesa, come da esperienza vissuta, furono i più lenti perché per il forte attrito la corda doveva essere accompagnata da Coriolano nel discensore, successivamente al diminuire dell’attrito tutto divenne più automatico e più veloce . La parola “Arrivato” detta da Coriolano con gioia liberatoria ed intensa emozione echeggiò nell’indifferenza millenaria della Grande Cavità. Veloci, veloci scendemmo tutti per ricompattare il gruppo alla base dell’Abisso Ancona. Coriolano Bruffa si guardava intorno esterrefatto è dire poco, sorpreso senz’altro, contento di esserci di sicuro, poi iniziò a camminare sempre più spedito sul ghiaione ed a scendere verso le sagome delle stalagmiti giganti tanto ricordate dalla stampa (l’uomo è entrato nella grotta dei giganti) lo raggiunsi velocemente alla base dei giganti che svettavano imponenti nel loro candore , un intenso stillicidio rendeva il tutto in reale come in una favola.

Coriolano Bruffa si rese conto che Frasassi questa volta ci aveva aperto veramente lo scrigno più bello. Alla base dei Giganti, tra il laghetto pietrificato ed il Castello coronato da stalattiti e stalagmiti di un candore ed una purezza assoluta l’assessore al turismo del Comune di Genga esclamò ripetutamente “Bisogna renderla turistica”, poi spostandosi da solo intorno ai Giganti con toni sempre più alti e decisi “Bisogna far vedere a tutti le meraviglie che ci sono dentro le nostre montagne”.

Coriolano non curante del continuo stillicidio si avvicinava ripetutamente con passo spedito ai Giganti , al Laghetto Pietrificato ed al Castello senza trascurare di guardare le concrezioni più piccole bordate da una cascata di calcite purissima, era entusiasta e visibilmente emozionato, la realtà che vedeva forse superava le sue aspettative . Noi già pensavamo cosa avrebbe detto davanti alla “Sala delle Candeline” ed agli “Scrigni”. Il tempo in grotta è sempre tiranno, veloci ci incamminammo con i gengarini lungo la Sala dei Duecento passando tra massi ciclopici dove svettava candido ed imponente l’Obelisco, poi verso il Canyon che superammo agevolmente e dopo le canne d’Organo su un pianoro ecco all’improvviso la Sala della Candeline presentarsi con quelle giuste proporzioni, con quelle piccole stalagmiti coronate da cristalli, con il candore e la purezza assoluta della calcite, dove acqua limpidissima riempiva nel pavimento piccole cavità luccicanti di cristalli e dove sullo sfondo colonne bianchissime riflettevano la luce proveniente dall’ampia volta calcarea. Non ricordo le parole precise dette dagli ospiti gengarini ma erano senz’altro di meraviglia, su tutto il gruppo ancora una volta dominava stupore e sorpresa.

La Sala delle Candeline era stata raggiunta nel suo nascondiglio più interno di Monte Valmontagnana. Coriolano Bruffa sempre più convinto dell’unicità della nuova grotta esclamava ripetutamente “Bisogna far giungere tutti fin qua” . È doveroso far vedere a tutti la perfezione e la fantasia che può raggiungere il lavoro nei millenni della Natura. Poi velocemente una incursione ai piani superiori per vedere la particolarità unica degli Scrigni e subito arrivò spontanea la domanda dopo aver posto la testa dentro quei piccoli anfratti tanto preziosi “come si sono formati ?“. Dopo la spiegazione di rito si ripiegò speditamente verso il percorso d’uscita, si attraversò la Sala dell’Orsa , Sala Finlandia e si proseguì con difficoltà nel dedalo della Condotta dei fabrianesi dove ho racconto brevemente l’avventura del primo attraversamento G.G. del Vento – G. del Fiume da me fatto alla fine del 1971. Dopo una breve sosta si proseguì costeggiando il Lago dello Svizzero , la Sala Nera , la Sala della Felicità completando il percorso con il vecchio ramo della 40 Grotta del Fiume , vanamente attrezzata per turismo negli anni 60, e si uscì definitivamente dalla sistema ipogeo sulle sponde del Torrente Sentino dopo aver accompagnato un giovane e coraggioso Assessore al Turismo del Comune di Genga con in mente tanti sogni per i suoi concittadini gengarini.

IL PROGETTO TURISTICO DI CORIOLANO BRUFFA DIVENNE REALTA’.

L’amministrazione del Comune di Genga, a seguito della nuova scoperta nelle Grotte di Frasassi, come primo atto per la sua valorizzazione il 03 Marzo 1972 ha incaricato un gruppo di tecnici per lo studio di rilevamento topografico della Grotta Grande del Vento.

Coriolano Bruffa, dopo diversi incontri con i gruppi speleologici marchigiani, il 1° Agosto del 1972 ha tenuto una “Tavola rotonda”, con l’intervento della Regione Marche, degli altri Enti Provinciali e con la partecipazione del Sindaco di Castellana Grotte, allo scopo di porre le premesse per la costituzione di un Consorzio per la valorizzazione e la salvaguardia delle grotte.

Il 22 Novembre 1972 la Giunta Comunale di Genga ha esteso l’incarico al gruppo di tecnici incaricati per la compilazione del progetto esecutivo per i lavori necessari per detta salvaguardia e valorizzazione delle Grotte di Frasassi – I° Lotto. Sempre sul finire dell’anno 1972, sono stati raggiunti accordi tra il Comune di Genga e la Provincia di Ancona per la costituzione del consorzio, denominato “CONSORZIO FRASASSI”, eretto ad Ente Morale con decreto prefettizio 31 marzo 1973.

Il 21 Luglio 1973, l’Assemblea Generale del Consorzio Frasassi ha approvato il progetto generale per la salvaguardia e valorizzazione delle grotte e con successivo atto è stata appaltata l’opera ad una ditta locale, con pagamento dilazionato in più anni. I lavori hanno avuto inizio il 21 gennaio 1974, la galleria artificiale di accesso all’Abisso Ancona, lunga 223 metri, è stata ultimata il 23 maggio 1974; tutte le opere indispensabili, compresi i camminamenti interni dell’Abisso Ancona, sono stati condotti a termine il 30 Agosto 1974.

L’Abisso Ancona è stato aperto al pubblico il 1° settembre 1974.

Certe volte quando raramente rientro nell’Abisso Ancona e faccio il percorso turistico su comodi camminamenti pieni di turisti festanti non posso non ricordare le parole di Coriolano che sceso nell’Abisso Ancona e vedendo i “Giganti” per la prima volta diceva entusiasta “Bisogna far vedere a tutti le meraviglie che ci sono dentro le nostre montagne” e che giunto nella “Sala delle Candeline” esclamava ripetutamente “Bisogna far giungere tutti fin qua” .

(Geologo Dott.Giuseppe Gambelli)

Ieri ed oggi

L’area di San Vittore di Genga poco prima della scoperta della “Grotta Grande del Vento” di Frasassi (1970).

Come si è sviluppata la zona di San Vittore per merito del Dott.Coriolano Bruffa e delle Amministrazioni comunali di Genga  principalmente dopo la scoperta e la valorizzazione  delle Grotte di FRASASSI, ogni turista può constatarlo da sè.

 

 

Il Dott. Coriolano Bruffa (al centro con il microfono).

 

1977, storico e spettacolare video di RAI Storia “Viaggio in Italia”.

Storico video che illustra diffusamente le bellezze della “Grotta Grande del Vento di FRASASSI” dove viene intervistato anche il Dott. Coriolano Bruffa, Presidente del “Consorzio Frasassi” e principale artefice dell’apertura al pubblico del magnifico mondo ipogeo di Genga.

 

La piazza che i cittadini di Genga hanno dedicato a Coriolano Bruffa nella sua Pierosara.

 

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Il Santuario di Santa Maria Infra Saxa.

                     

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