

Frasassi, un ecosistema unico.
Le numerose cavità ipogee presenti nell’area di Frasassi sono popolate da decine di specie diverse di chirotteri. Le colonie di pipistrelli sono tra le più importanti d’Europa, con oltre 12.000 miniotteri, presenti sia in siti di svernamento che in nursery riproduttive.
Tra le specie cavernicole, oltre al geotritone, è notevole la presenza di due invertebrati, l’Islamia pusilla, un gasteropodo e il Niphargus ictus, un rarissimo e minuscolo crostaceo che popola i laghetti delle grotte.
Piccole popolazioni di vermi anellidi appartenenti ad una nuova specie di Rhynchelmis (Oligochaeta, Lumbriculidae) sono stati scoperti sulle parti bagnate delle pareti della grotta, sia nel Ramo Sulfureo alla Grotta del Fiume, sia nelle zone sulfuree della Grotta Sulfurea.
Numerosi esemplari del crostaceo Androniscus dentiger (Isopoda, Oniscidea) vivono in tutte le stazioni campionate, sia nelle zone interessate dalla circolazione di acque sulfuree, sia in prossimità dei depositi di guano.
Nelle grotte di Frasassi sono state, ad oggi, segnalate 67 specie di fauna di cui 15 di invertebrati a riprova che anche in questo difficile ambiente ipogeo esistono una grande quantità di esseri viventi.
Il Geotritone Italico
Tra gli anfibi presenti, vi sono stazioni riproduttive della Salamandrina dagli occhiali e altre di Tritone italico, specie rare e minacciate di estinzione in Italia
Il più noto vertebrato è il geotritone (Hydromantes italicus). Questo animale, essendo privo di polmoni, respira attraverso la cute per cui necessita di luoghi umidi. Ha occhi vistosamente grandi che gli consentono di vedere anche in presenza di modesta quantità di luce. Si nutre di insetti che cattura con la lunga lingua protrattile. La disposizione alla vita in cavità è evidenziata dal fatto che depone poche uova molto ricche di tuorlo. Dalle uova vengono alla luce dei piccoli interamente conformi all’adulto, venendo così a mancare la fase larvale che, essendo caratterizzata da grande voracità, mal si adatterebbe alla penuria di cibo tipica delle grotte.
Il Niphargus frasassianus
Nelle grotte dei complessi ipogei di Frasassi è notevole la presenza del Niphargus frasassianus, un rarissimo e minuscolo crostaceo che popola i laghetti delle grotte.
I dati ricavati dalle analisi chimiche indicano inoltre che si ciba della materia organica che riveste i sedimenti nelle acque sulfuree.
Le Grotte di Frasassi hanno installato al loro interno uno speciale acquario con una sorgente artificiale di acqua sulfurea per mostrare ai visitatori gli esseri viventi presenti nell’ecosistema delle grotte.
Dopo 10 anni di studi, da parte di un geologo e della Federazione Speleologica Marchigiana, si è giunti alla realizzazione di una struttura che porta le Grotte di Frasassi molti gradini più in alto di qualsiasi altra grotta turistica italiana.
I turisti in visita alle Grotte di Frasassi avranno quindi la straordinaria occasione di vedere da vicino, in un apposito acquario, anche questi particolari esseri viventi ipogei.

Gli speleologi del Gruppo Speleologico Marchigiano C.A.I di Ancona e del C.A.I di Fabriano, nei nuovi rami delle Grotte di Frasassi scoperti nel 2002, hanno trovato grandi laghi lunghi fino a 200 metri e profondi fino a 10 metri.
In queste zone sono state trovate centinaia di anguille subfossili adagiate tutto intorno a questi laghi.
Si è potuto stabilire che per millenni le anguille entravano occasionalmente nelle grotte perché trovavano un ambiente ricco di cibo che permetteva loro di sopravvivere per lunghi periodi al buio in queste acque sotterranee.
In questo straordinario ecosistema estremofilo autonomo esistono infatti molte specie di organismi, compresi protozoi, vermi, gasteropodi ed una gran varietà di crostacei inclusi i copepodi, gli ostracodi, e gli anfipodi, simili a piccoli gamberetti.
Molte di queste specie sono state identificate, ma molte altre sono del tutto nuove ed uniche di Frasassi.
E’ quindi facile capire come le Grotte di Frasassi rivestano un’importanza scientifica di assoluta rilevanza mondiale.



