“DALLA VENERE PALEOLITICA ALLA VERGINE NEOCLASSICA”
Autore: Dott.ssa Gaia Pignocchi
Il Museo Arte, Storia e Territorio nel piccolo storico borgo di Genga vuole raccontare la straordinaria storia di questo paese e del suo territorio incastonato tra le montagne e caratterizzato dalla presenza della Gola di Frasassi e delle sue cavità carsiche, luoghi che racchiudono un patrimonio di straordinario interesse non solo geologico e naturalistico ma anche storico e culturale.
Il museo si apre con la Sala del Territorio che presenta, attraverso la suggestione delle immagini, la valenza ambientale, storica, artistica e culturale di Genga e dei suoi luoghi dove in ogni epoca è stato sempre molto forte il legame con la sacralità.
Come filo conduttore del Museo è stato infatti scelto il tema del sacro “dalla Venere del Paleolitico alla Madonna con il Bambino” attraverso due reperti di grande importanza e suggestione che ben documentano la continuità tra i culti preistorici e la venerazione cristiana, evidente soprattutto nella Grotta della Beata Vergine di Frasassi, da dove proviene sia la statuetta paleolitica, esposta al Museo Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona, sia l’immagine marmorea della Vergine con il Bambino uscita dalla bottega del Canova, originariamente venerata all’interno del tempietto fatto erigere nel 1828 da Leone XII all’ingresso della grotta.
Il percorso museale si snoda in due sezioni distinte: la sezione preistorica della Sala Frasassi, illustrata attraverso un percorso per immagini e brevi scritte che rimandano ai reperti esposti nel vicino Museo Speleo-paleontologico e Archeologico di San Vittore di Genga, e quella storico-artistica con opere e suppellettili sacre.
La “Sala Frasassi”, illustrata al momento solo da pannelli esplicativi ai quali a breve si affiancheranno supporti multimediali interattivi, è dedicata ai rinvenimenti archeologici, localizzati soprattutto nelle grotte della Gola di Frasassi, e alla sacralità che questi luoghi hanno avuto, con modalità diverse, durante tutta la Preistoria, dal Paleolitico all’età del Bronzo, fino ad arrivare ad una delle prime manifestazioni del monachesimo benedettino con la costruzione, forse ancora prima dell’anno 1000, del piccolo eremo rupestre di Santa Maria infra Saxa nella Grotta della Beata Vergine.
La seconda sezione è costituita dal vero e proprio percorso storico-artistico: inizia con la “Galleria della Memoria” e prosegue con opere e manufatti che vanno dal XV al XIX secolo. Tra questi opere del pittore quattrocentesco Antonio da Fabriano, paramenti e oggetti sacri appartenuti a Leone XII, il papa Annibale della Genga, oltre a oggetti di devozione popolare, e per concludere la splendida statua neoclassica della Madonna, madre amorevole e protettrice, originariamente collocata nella chiesa voluta dal pontefice stesso all’interno della Grotta della Beata Vergine di Frassassi.
Dott.ssa Gaia Pignocchi 2015